29 agosto 2006

L'apparenza inganna

Tutti a ripetere che siamo in una società in cui solo l'apparenza conta e si sono persi i valori veri (quali siano questi "valori veri" non lo so proprio, e forse preferisco continuare ad ignorarli). Non mi dilungherò nel descrivere quanto la nostra vita sia frivola e priva di sostanza, lo sappiamo benissimo.
Quel che mi chiedevo è se nel passato fosse diverso. Insomma nel 19°, dai più reputato secolo molto sobrio (ma non dimentichiamoci di Oscar Wilde o Toulose Lautrec), le cose andavano diversamente?
A pensarci bene si, il problema che l'apparenza si confondesse con la sostanza non si poneva proprio. In quanto l'apparenza era la sostanza. Se uno era vestito da operaio, era un operaio. Nessuna possibilità di errore. Uno era esattamente quel che sembrava. Insomma l'antropometria criminale e la frenologia erano considerate prove valide in tribunale (due interessanti branche della scienza, ormai cadute in discredito, che sostenevano che se hai la faccia da criminale devi pur esserlo).
Oggi abbiamo guadagnato finalmente la dissociazione tra apparenza e sostanza, siamo finalmente liberi di apparire in modo diverso da come "dovremmo".

23 agosto 2006

Tentativo fallito

Dato che i miei cicli circadiani durano 25 ore, se non ho orari ben definiti dopo poco mi ritrovo ad andare a letto verso le sette del mattino. Non ci sarebbe niente di male in questo, se poi non dovessi andare alla posta che apre alle nove e chiude a mezzogiorno. Ho cercato di rimettere in sesto il mio jetlag passando ben 27 ore senza dormire per poter andare a letto alle dieci come un bimbo. Ovviamente mi sono svegliato alle due del pomeriggio.

19 agosto 2006

Gli indiani non avevano tutti i torti

Amo le mie scarpe, purtroppo sono fuori produzione da almeno 4 anni, fortunatamente le ho comprate in paia multipli e ne ho ancora un paio nuove dentro una scatola. Le amo in quanto hanno una suola talmente sottile che mi sembra di non averle, riesco a percepire tutto quello che mi passa sotto i piedi, mi diverto a seguire i cammini per ciechi lungo i marciapiedi di roma, quelle linee che in teoria dovrebbero aiutarti a orientarti e che inevitabilmente ti sbattono contro un albero. Adoro sentire sotto le mie suole tutte quelle semisfere dei ciottoli inglobati in certe pavimentazioni, ogni passo è un piccolo massaggio.
La presenza di alcool nelle mie vene rende tutto più fluido e naturale, riesco persino a battere a macchina senza guardare troppo la tastiera. Fare sesso sotto alcool da la stessa sensazione, come se non ci fosse discontinuità tra un'azione e l'altra, tutto sfuma, e il mondo ha un aspetto da acquarello molto diluito.
Si vede che non li reggo gli alcolici, sembro quasi romantico.

18 agosto 2006

Steak house di Termini

Nonostante sia una americanata nello stile fast food non mi è dispiaciuta.

Mi trovavo li dopo il mio parziale ritorno da Firenze, parziale non perché ci ho lasciato qualche pezzo, ma in quanto mi pare strano “tornare” in una città da cui ho appena traslocato, insomma ci vado, non ci torno.

Nell'attesa del solito ritardo del Capitano mi sono messo a leggere libri casuali nella libreria della stazione, purtroppo non era attrezzata come la feltrinelli con comodi divanetti da lettura, mi è toccato stare in piedi con lo zaino in spalla. Nella mia lettura bulimica sono riuscito a trovare un paio di libri intriganti, uno sulle conquiste via internet di un tipo francese correlato con chiari e utili grafici sulla sua soddisfazione sessuale (anche se la traduzione era un po' penosa), l'altro invece era una raccolta di racconti sul tema videogame.

Alla steak house con vaste insalate a base di carne e montagne di patatine fritte io e il Cap ci siamo sperticati in discussioni sui massimi sistemi con una triviale infarinatura di stronzate abissali.

La tipa accanto a noi (piuttosto scialba a mio dire), ha ordinato un hamburger e lo ha completamente spalmato di maionese, già questo è una schifezza. Afferrando una sorta di coltellino in plastica, credo servisse a tenere il panino chiuso, ha praticato con enorme difficoltà un taglietto nella carne. Ha cercato di guardarci dentro con scarso successo, quindi con le sue goffe mani ha allargato il taglio, soddisfatta dalla visione ha iniziato a mangiare il panino con forchetta e coltello.

Ogni giorno mi rendo conto sempre di più quanto la gente sia irrazionale. Voleva la carne ben cotta e quindi ha cercato di sincerarsene? Perché allora non ha usato il coltello vero da subito? Quel coso in plastica era solo uno stuzzicadenti. Poi resasi conto che uno stuzzicadenti non è adatto a tagliare ha usato le mani, niente di male nell'usare le mani, ma allora perché ha usato forchetta e coltello per mangiare un cazzo di panino?

Concludendo: se non riesco a comprendere la gente neanche quando mangia un panino, che speranze ho di capirla in tutto il resto?